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Luglio 2019

ISO 9001:2008 verso ——->>>>>>> FSSC 22000

Non badate alla scadenza della ISO , in quanto Nutrichem sta’ dirigendo le attività future verso una nuova e più completa certificazione, la FSSC 22000.

La nuova certificazione FSSC 22000 fornisce un quadro per gestire in modo efficace le responsabilità di sicurezza alimentare dell’organizzazione. FSSC 22000 è pienamente riconosciuto dalla Global Food Safety Initiative (GFSI) e si basa sugli standard ISO esistenti. Dimostra che la nostra azienda ha un robusto sistema di gestione della sicurezza alimentare in grado di soddisfare le esigenze di clienti e consumatori.
La missione di questo schema di certificazione è di fornire una piattaforma affidabile per l’assicurazione del marchio dall’industria al consumatore.

Informazioni utili:
FSSC 22000 – Standard per la sicurezza agroalimentare
Lo standard FSSC 22000 si rivolge in modo specifico ai produttori agroalimentari. Questo schema di certificazione aiuta a raggiungere gli standard di sicurezza agroalimentare nei processi produttivi lungo la catena di fornitura.
I vantaggi dello standard FSSC 22000

Lo schema di certificazione FSSC 22000 è la sintesi efficace di tre approcci:

  • un potente quadro di riferimento per il sistema di gestione specifico, integrato nel sistema di gestione generale dell’azienda e conforme ad altri standard come ISO 9001 e ISO 14001;
  • un’efficace metodologia di identificazione dei pericoli (hazard analysis) e gestione dei rischi basata sui principi HACCP, in grado di ottimizzare efficienza ed efficacia nell’ambito della sicurezza agroalimentare;
  • una guida dettagliata dei prerequisiti di programma, come richiesto dalla sezione ISO 22000 § 7.2 e per rispondere alle esigenze specifiche dei retailer relativamente alla due diligence e alle problematiche correlate.

A TUTELA DEL CONSUMATORE, INKOSPOR CERTIFICA I SUI PRODOTTI

La Nutrichem Diat+Pharma Gmbh, titolare del marchio Inkospor, è leader nel mondo della nutrizione clinica enterale e parenterale, dell’alimentazione dietetica e dell’integrazione alimentare.

Grazie a queste garanzie il consumatore può fare affidamento su prodotti che non nascono dall’improvvisazione, ma sono la sintesi di una lunga e scrupolosa attività di ricerca.

Sono oltre 40 anni che l’azienda lavora per creare prodotti in grado di assicurare benessere al consumatore ed elevati standard di performance agli atleti.

Un esempio su tutti: noi di Inkospor abbiamo sempre dichiarato nelle etichette il valore biologico delle nostre proteine. Oggi invece – come imposto, per le proteine in polvere, dalla WHO/FAO/UNU 2007 per la tutela del consumatore – ne dichiariamo il punteggio chimico.

Noi di Inkospor non siamo interessati a investire in pubblicità: non acquistiamo spazi sulle tv nazionali né ingaggiamo testimonial di grande appeal, come fanno altri marchi, desiderosi di distogliere l’attenzione dall’unico parametro fondamentale: la qualità dei prodotti.Al contrario, preferiamo investire nella ricerca, fornire ai consumatori informazioni precise, credibili e soprattutto documentate.

I nostri integratori Inkospor rispecchiano realmente quanto riportato sulle etichette: è sufficiente leggere gli ingredienti e i valori nutrizionali dei nostri prodotti per avere la garanzia della nostra qualità. La cosa che più ci interessa è garantire trasparenza al consumatore.

Vai al calcolatore delle proteine: fai click qui.

INKOSPOR SPONSOR TECNICO DELLA VAL DI FASSA RUNNING

La Val di Fassa Running 2019 rimarrà sicuramente negli annali. Mai in ventuno edizioni di questa competizione solamente due secondi hanno separato il primo e secondo classificato, dopo aver percorso 5 tappe con un tempo complessivo di 3 ore e 3 minuti, per complessivi 56 km e 2500 metri di dislivello. A trionfare sul traguardo dell’ultimo atto, il tappone dolomitico in cima all’Alpe di Lusia è stato il 26enne burundese Celestin Nihorimbere tesserato per l’Atletica Brugnera Friulintagli, mentre il piemontese di Saluzzo Simone Peyracchia, nipote di quel Massimo Galliano che di Val di Fassa Running ne ha vinte ben 4, si è dovuto arrendere per un’inezia: solo due secondi. Tanta la sua delusione, con il rammarico di essere caduto in ben due tappe, gettando al vento secondi che sarebbero risultati strategici, ma con la consapevolezza di aver dato il tutto per tutto. A Nihorimbere, in crisi sulle verticalità della montagna di Moena nell’ultima prova, va comunque dato atto che ha vinto le prime quattro tappe, sempre davanti a Peyracchia.
Chi invece ha fatto l’en plein, aggiudicandosi tutte e cinque le frazioni allestite dal Comitato Organizzatore diretto dall’energico Armando Mich, è stata la 24enne etiope, compagna di squadra di Nihorimbere, Addisalem Belay Tegegn che ha dimostrato di avere un valore decisamente superiore a tutte le avversarie che si sono dovute accontentare di lottare per i rimanenti gradini del podio. Per entrambi gli atleti africani si è trattata della seconda vittoria nella Val di Fassa Running, visto che la Tegegn si impose nel 2018 e Nihorimbere nel 2017.
Un’edizione da incorniciare per tanti aspetti dunque quella della Val di Fassa Running, in primis per l’incertezza del risultato finale, quindi per una partecipazione sempre importante, considerando che complessivamente alle cinque tappe hanno preso parte 500 atleti diversi e, dulcis in fundo, di grande orgoglio per la macchina organizzativa visto che dopo la tempesta Vaia di fine ottobre tutti i percorsi già decisi erano inagibili. Si è dovuto aspettare il disgelo primaverile e rimettere in azione tutti i collaboratori tecnici per definire i nuovi tracciati in tempo di record. Cinque tappe su percorsi sempre diversi di edizione in edizione, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla tappa in notturna del martedì, istituita dodici mesi fa per celebrare il ventennale. E il giudizio positivo espresso da tutti i partecipanti nella premiazione finale è stata la migliore gratificazione.
Una gara che è entrata nel cuore di tanti podisti nel contesto paesaggistico della Val di Fassa, in Trentino, nel cuore delle Dolomiti da dieci anni riconosciute come patrimonio dell’umanità Unesco. Un territorio altamente suggestivo con le vette dei suoi Monti Pallidi che di sera durante il tramonto si tingono di rosa e arancione grazie ai raggi del sole, dando vita al fenomeno dell’Enrosadira. Un panorama a 360 gradi dove spiccano le catene montuose del Catinaccio con le Torri del Vajolet, il Latemar, la Marmolada con il Gran Vernel, il Col Rodella, il Lusia e il Passo San Pellegrino.
Nella generale maschile dunque vittoria per Celestin Nihorimbere con il tempo complessivo di 3h33’46”, argento per Simone Peyracchia a soli 2 secondi, bronzo per Moreno Dalmasso della Podistica Buschese con il tempo di 4h45’08. Al femminile Addisalem Belay Tegegn ha impiegato il tempo di 3h58’52”, che rappresenta l’ottavo tempo assoluto della competizione. Piazza d’onore per Eliana Patelli della Recastello Radici Group con il tempo di 4h10’16”, bronzo per Ana Nanu dell’Atletica Rimini Nord con 4h14’18”.
Per quanto riguarda le classifiche di categoria nella AF18-34 vince Addisalem Belay Tegegn, nella BF35-39 Sarah Aimee L’Epee, nella CF40-44 Eliana Patelli, nella df45-49 Ana Nanu, nella EF50-54 Lorena Strozzi, nella FF55-59 Mary Li Perni, nella GF 60-64 Mirella Caracoi, nella HF65-69 Maria Grazia Nardini, nella IF70-74 Graziella Berti. Per quanto riguarda i maschi nella AM18-34 ha vinto Celestin Nihorimbere, nella BM35-39 Khalid Ghallab, nella CM40-44 Moreno Dalmasso, nella Deafm Lorenzo Conterno, nella DM45-49 Achille Faranda, nella EM50-54 Diego Zanoni, nella FM55-59 Claudio Valeri, nella gm60-64 Lorenzo Andreose, nella HM65-59 Giovanni Civillini, nella IM70-74 Sandro Pandolfi, nella LM75+ Giuseppe Parenti e nella ZM17 Antonio Serra.

IL TAPPONE DOLOMITICO

Un finale frizzante per la Val di Fassa Running. A vincere l’ultimo atto sull’Alpe di Lusia è stato il pinetano Stefano Anesi, al via solo nel tappone dolomitico di chiusura, mentre nella generale ha trionfato il burundese Celestin Nihorimbere, quinto sul traguardo in località Le Cune, accumulando un vantaggio complessivo di soli 2 secondi nei confronti di un grintosissimo Simone Peyracchia. Mai in ventuno edizioni e dopo 3 ore e 3 minuti di gara si è deciso tutto sul filo di lana, mentre al femminile la 24enne etiope Addisalem Belay Tegegn ha confermato di essere su un altro pianeta rispetto alle avversarie.
Un’edizione da incorniciare dunque per la Val di Fassa Running, che nell’ultima tappa ha visto la presenza di 500 partenti, che hanno affrontato il tracciato tutto in salita di 11,3 km (dislivello di 1060 metri) con partenza presso la stazione a valle della skiarea Alpe di Lusia e arrivo ai 2210 metri di località Le Cune, in vetta al Lusia. Il tappone dolomitico che come tradizione ha visto in gara parecchi atleti giornalieri, sempre attratti dalla sfida tutta verticale, come appunto il vincitore, ma anche l’intramontabile Don Franco Torresani della Stivo Running Arco, per l’ennesima volta sul podio nell’ultimo atto di questa competizione.
Un percorso che non ha dato tregua ai protagonisti, sia per il dislivello di oltre mille metri sia per il caldo che non ha certo agevolato le performance. Stefano Anesi, specialista della corsa in montagna ha subito messo in mostra di avere più carburante rispetto agli avversari, prendendo la testa della corsa già al primo chilometro, allungando nella salita nel bosco e gestendo il vantaggio nell’ultimo tratto dal rifugio Rezila fino a Le Cune, passando per il rifugio Valbona. Dietro di lui nel tratto all’ombra il fiemmese Gianluca Genuin ha allungato staccando di una ventina di secondi il gruppetto degli inseguitori composto dal cuneese Simone Peyracchia, da Don Franco Torresani che come sempre ha voluto benedire tutti gli atleti poco prima del via, e da Celestin Nihorimbere.
Quando il 26enne africano ha iniziato a dare piccoli segni di cedimento il cuneese Peyracchia è partito all’attacco, sforzando anche più del dovuto in discesa, andando poi a prendere e superare Genuin, seguito dal mai domo Torresani. Tutto si è deciso nell’ultima interminabile salita, tutta esposta al sole. Davanti Stefano Anesi ha proseguito con il suo ritmo chiudendo con il tempo di 1h01’07”, dietro Peyracchia ha dato fondo a tutte le energie, giungendo dopo 45 secondi, seguito da Don Franco Torresani che ha recuperato due posizioni (a 54 secondi), quindi a 1’34” il fiemmese Gianluca Genuin. Il leader Celestin Nihorimbere è giunto imballato dopo 2’04”, ma iscrivendo per la seconda volta il proprio nome nell’albo d’oro di questa competizione seppure per soli due secondi. Ottima prova anche per il cuneese di Busca Moreno Dalmasso, che ha concluso sesto ma è riuscito a scavalcare nella generale il bergamasco Mauro Previtali. Seguono sul traguardo Achille Faranda, Matteo Vecchietti, Mauro Previtali e il primo dei trentini, il fassano Massimo Leonardi (decimo).
In campo femminile altra prova di forza di Addisalem Belay Tegegn, che ha avuto pure il tempo di gustarsi il paesaggio, giungendo sul traguardo con il tempo di 1h08’17”, ovvero la tredicesima prestazione assoluta. Prova tutta all’attacco per la bergamasca Eliana Patelli, che ha concluso con 2’13” di distacco dalla vincitrice ma staccando di oltre 5 minuti la rivale per la medaglia d’argento Ana Nanu. Sul terzo gradino del podio di giornata è giunta la giovane moenese Arianna Pasero, con un ritardo di 3’31” dalla vincitrice, quindi quarta è Viviana Rudasso a 6’45”, quinta Ana Nanu a 7’58”.

LA QUARTA TAPPA

Prove di tappone dolomitico a Soraga nella quarta e penultima prova della Val di Fassa Running, con Celestin Nihorimbere e Addisalem Belay Tegegn che calano il poker, ponendo un serio sigillo sulla vittoria finale della competizione che avrà il suo epilogo domani sulle verticalità dell’Alpe di Lusia. L’esito però della gara maschile non è apparso così scontato, visto che il cuneese Simone Peyracchia, nipote di quel Massimo Galliano che da sempre vanta il numero maggiore di vittorie assolute nella competizione podistica fassana, nella rampa iniziale ha provato a sferrare un importante attacco. Allo scollinamento nei pressi di località Tamion l’alfiere della Polisportiva Valle Varaita era infatti al comando da solo, riuscendo a precedere di una decina di secondi il forte atleta del Burundi, che però nel tratto pianeggiante che portava in località Palua lo ha ripreso, riuscendo poi ad allungare nella discesa finale, complice anche l’ennesima caduta di Peyracchia. Così sul traguardo di Soraga, dopo 10,6 km con 535 metri di dislivello Celestin Nihorimbere è transitato con il tempo di 40’26”, quindi Peyracchia con un ritardo di 12 secondi. Saranno loro a contendersi la vittoria finale nella ventunesima Val di Fassa Running nell’ultimo atto di sola ascesa nella giornata di venerdì. Decisamente più staccati gli altri atleti. Il bergamasco Mauro Previtali è terzo a 2’19” e consolida il suo piazzamento sul podio, quindi seguono Achille Faranda, Khalid Ghallab, Moreno Dalmasso e il primo dei trentini, il fassano Roberto Pasero (settimo).
In campo femminile l’etiope Addisalem Belay Tegegn centra il quarto successo su quattro prove senza dannarsi l’anima ed ora può dormire sonni tranquilli in vista dell’ultimo atto. La rumena con passaporto italiano Ana Nanu ha reagito nel migliore dei modi alla piccola crisi della tappa serale ed ha chiuso con 33 secondi di ritardo dalla Tegegn, ma precedendo di 25 secondi la bergamasca Eliana Patelli, con la quale nel tappone finale si giocheranno la zona medaglia. Quarta posizione poi per la genovese Viviana Rudasso, quindi Elisa Almondo, la roveretana Sara Baroni e la torinese Sarah Aimee L’Epee.

LA TERZA TAPPA

La tappa in notturna, nata dodici mesi fa per celebrare il ventennale della Val di Fassa Running piace. E la testimonianza giunge dal numero di partecipanti, con ben 500 runner al via della frazione di 8,2 km (153 metri di dislivello) con partenza e arrivo a Pozza di Fassa, visto che per l’occasione si sono iscritti una sessantina di appassionati della Val di Fassa, ma anche da altre zone del Trentino.
Terzo atto della Val di Fassa Running che per quanto riguarda la sfida per il successo finale vede però sempre gli stessi protagonisti a combattere per mettere in cascina secondi preziosi. Sul traguardo di Pozza a vincere sono sempre gli stessi, ovvero l’atleta del Burundi Celestin Nihorimbere e l’etiope Addisalem Belay Tegegn, che con la terza vittoria su tre tappe consolidano sempre più la leadership, con l’obiettivo per entrambi di centrare il secondo alloro nella corsa a tappe più partecipata d’Italia.
Celestin Nihorimbere ha concluso gli 8,2 km del tracciato, che prevedeva la partenza da Pozza di Fassa, tagliando le piste Aloch, e Buffaure, quindi transitando per le località Fraine e Pera di Fassa, sul traguardo di Pozza di Fassa con il tempo di 29’51”, anticipando di soli 11 secondi il cuneese Simone Peyracchia, quindi in terza piazza ha concluso lo youtubber Gianmarco Lazzeri a 50 secondi, quarto il bergamasco Mauro Previtali a 1’14”, quindi il fassano Massimo Leonardi a 1’28” e Gianluca Genuin a 1’39”.
Al femminile senza storia anche la terza tappa con Addisalem Belay Tegegn che è transitata sotto il gonfiabile Val di Fassa con il tempo di 33’00, precedendo di 1’38” la bergamasca Eliana Patelli che si è presa la soddisfazione di precedere Ana Nanu, giunta con un ritardo di 2’35”. Ancora quarta Viviana Rudasso del Gruppo Città di Genova, quindi in quinta piazza la torinese Sarah Aimee L’Epee a 4’08”.

LA SECONDA TAPPA

È cambiata la tipologia del percorso, nella seconda tappa della Val di Fassa Running, più nervoso con continui cambi di ritmo rispetto alla prima frazione con sola salita e discesa, ma non sono mutati i protagonisti. A tagliare il traguardo a braccia alzate a Vigo di Fassa, nei pressi della stazione di partenza delle Funivie Catinaccio, dopo aver affrontato 10,70 km con un dislivello di 590 metri, sono stati anche in questa occasione i due compagni di squadra dell’Atletica Brugnera Friulintagli Celestin Nihorimbere e Addisalem Belay Tegegn, che consolidano ulteriormente la leadership della generale. Non variano nemmeno le piazze d’onore con il grintoso cuneese Simone Peyracchia, che non ha la minima intenzione di arrendersi, e con la veterana Ana Nanu, che ha sofferto più del previsto la tappa nervosa nel giorno del suo compleanno.
Una frazione impegnativa, dunque, quella che ha animato la seconda giornata di gare alla Val di Fassa Running, la competizione podistica più partecipata d’Italia. Ma anche la tappa probabilmente più spettacolare, in cui l’atleta del Burundi Celestin Nihorimbere non ha fatto il vuoto come pensava. Anzi, nei primi chilometri Simone Peyracchia della Podistica Valle Varaita non lo ha mollato di un centimetro. Purtroppo però alla fine della seconda discesa in una curva a gomito è scivolato a terra rimendiando un po’ di fastidiosi graffi, e soprattutto perdendo tempo prezioso nel rialzarsi e nel recuperare la concentrazione. Negli ultimi chilometri ha provato a rifarsi sotto, ma Celestin era imprendibile. Così il forte portacolori africano dell’Atletica Brugnera ha tagliato il traguardo con il tempo di 41’22”, precedendo di soli 16 secondi Simone Peyracchia, mentre decisamente più staccato, in terza piazza a 2’26”, è giunto il bergamasco Mauro Previtali, che ha avuto le energie per sprintare sul traguardo con il tunisimo del Gruppo Città di Genova Khalid Ghallab, giunti con l’identico tempo. Quinta piazza a 2’31” dal vincitore per il cuneese Moreno Dalmasso, quindi a 3’47” il primo dei trentini, il fassano Massimo Leonardi. Dietro di lui Achille Faranda, Marco Maderna, Diego Zanoni ed Enrico Stivanello.
Straordinaria la prova dell’etiope Addisalem Belay Tegegn, che non sembra soffrire sui tracciati della Val di Fassa. Anche nella seconda tappa ha concluso senza patemi d’animo i 10,7 km del percorso, facendo registrare fra l’altro un tempo decisamente interessante: solo 46’34”, ovvero la nona prestazione assoluta di giornata. L’esperta romagnola di San Mauro Pascoli Ana Nanu ha faticato più del previsto nella frazione andata in scena nel giorno del suo compleanno, denunciando un ritardo di 2’44” dalla vincitrice, ma le gambe non giravano. Chi ha fatto registrare una buona prova è poi stata la bergamasca di Gazzaniga Eliana Patelli, ancora sul terzo gradino del podio a 21 secondi dalla Nanu. Più staccate hanno terminato la genovese Viviana Rudasso, la veronese Elisa Almondo, la roveretana Sara Baroni e la torinese Sarah Aimee L’Epee.

LA PRIMA TAPPA

Pronostici rispettati nella prima tappa della Val di Fassa Running, la competizione podistica più partecipata d’Italia con oltre 450 appassionati provenienti da tutta la penisola e anche da alcune nazioni straniere. Sul traguardo di Canazei, dopo aver affrontato 8,5 km con un dislivello 525 metri di dislivello, a tagliare per i primi il traguardo sono stati i due africani tesserati per l’Atletica Brugnera Friulintagli Celestin Nihorimbere (vincitore dell’edizione 2017) e Addisalem Belay Tegegn, che si impose dodici mesi fa.
Una frazione impegnativa, con partenza da Canazei e poi subito una salita graduale ma con pendenza impegnativa, che ha portato in località Mortic. È su questo primo tratto che ha preso forma la classifica, soprattutto per quanto riguarda la posizione di vertice. Nei primi due chilometri Celestin Nihorimbere ha infatti subito imposto il proprio ritmo, seguito dal bergamasco Marco Piazzalunga e dal cuneese Simone Peyracchia. Al gran premio della montagna in località Mortic l’atleta del Burundi è transitato con una ventina di secondi di vantaggio su Piazzalunga e una trentina su Peyracchia. Nella discesa l’africano è riuscito ad incrementare ancora il vantaggio, giungendo sul traguardo di Canazei con il tempo di 38’55”, mentre Peyracchia che ha poi guadagnato la piazza d’onore, facendo registrare un gap finale di 41 secondi, mentre Piazzalunga ha sofferto in discesa, perdendo addirittura 5 posizioni e chiudendo sesto. Il terzo gradino del podio è del trentino di Cles Davide Iachelini, che ha recuperato nella seconda parte, chiudendo con un distacco di 2’43”, ma che non prenderà parte alle altre prove della Val di Fassa Running. Seguono in quarta piazza il piemontese Moreno Dalmasso a 3’07”, quindi l’astigiano Achille Faranda a 3’13”, Piazzalunga a 3’16”, il tunisino con passaporto genovese Khalid Ghallab, il bergamasco Mauro Previtali, quindi i due atleti di casa Massimo Leonardi e Roberto Pasero.
Padrona dal primo all’ultimo chilometro anche l’etiope Addisalem Belay Tegegn, che non si è mai dovuta preoccupare delle avversarie. Ha così concluso gli 8,5 km del percorso con il tempo di 44’35”, staccando di 1’57” la rumena con passaporto italiano Ana Nanu, particolarmente in forma in questa stagione considerando la differenza di età con la forte africana. In terza posizione a 3’27” dalla vincitrice ha concluso la bergamasca Eliana Patelli, capace di bruciare negli ultimi chilometri la genovese Viviana Rudasso (9 secondi fra le due), quindi in quinta posizione ha concluso la veronese Elisa Almondo a 5’37”, quindi la trentina Sara Baroni a 7’43” e la torinese Sarah Aimee L’Epee, un’affezionata della Val di Fassa Running.

Comunicazione ufficiale – Interruzione del rapporto di partnership tra Inkospor Italia e il Team Mobilzen-Trek

Inkospor Italia comunica ufficialmente che l’azienda ha interrotto con effetto immediato ogni tipo di collaborazione con la squadra ciclistica Mobilzen-Trek in seguito alla sospensione cautelare di Enrico Zen, che è stata resa nota da Nado Italia nella giornata di ieri. La decisione, da parte di Inkospor Italia, è stata presa in quanto ogni tipo di partnership viene interrotta in seguito a notizie provenienti dall’antidoping. 

Facciamo un in bocca al lupo a Enrico affinché chiarisca velocemente la sua posizione.

INKOSPOR, ALLE ORIGINI DELLA QUALITÀ

Roth (Germania) – Prosegue la crescita di Inkospor Italia, l’azienda di integratori che è stata anche sponsor ai recenti campionati italiani di ciclismo. Nell’ottica di sviluppo, per rafforzare la partnership con la casa madre tedesca, il titolare di Inko Italia Benedetto Catinella, accompagnato da un rappresentante del Gruppo Editoriale Inbici, ha partecipato lo scorso primo luglio alla visita guidata all’azienda farmaceutica Nutrichem Diat+ Pharma GmbH.

Fin da subito, quando si giunge allo stabilimento di Roth, città a pochi passi da Norimberga, si nota serietà e attenzione per ogni singolo dettaglio. L’azienda – specializzata dal 1977 nell’alimentazione clinica, dietetica e sportiva – ha come principale obiettivo la sicurezza dei propri prodotti. Prima di entrare e visitare i vari reparti è d’obbligo indossare camice, cuffie e copri-scarpe, oltre che a lavare attentamente e disinfettare le mani.

All’interno, ben separati, si trovano vari reparti: quelli per la produzione dei prodotti in barattoli, con una macchina totalmente isolata dall’esterno per garantire la completa sterilizzazione dei materiali e la genuinità del composto, quelli per vari prodotti in altri involucri e quello per l’inscatolamento, dove l’operaio – oltre a svolgere il lavoro manuale – aggiorna costantemente i dati sul proprio computer. Ogni singola confezione e ogni singolo componente viene registrato e costantemente monitorato in tutte le fasi della produzione.

Per soddisfare l’espansione nei mercati asiatici ed una clientela sempre più internazionale, la Nutrichem sta continuamente rinnovando le proprie attrezzature meccaniche. A tale scopo, accanto ai reparti prima citati, è stato installato un ampio magazzino, alto sette piani e lungo novanta metri, totalmente robotizzato, con una capienza di 20.000 pallet, questo straordinario magazzino facilità la distribuzione in tutto il mondo, in modo che le richieste vengano evase in pochi giorni.

Terminata la visita al luogo di produzione, i responsabili hanno mostrato con orgoglio i laboratori altamente specializzati, situati a poca distanza. Qui si effettuano decine di controlli sui prodotti e su tutti i materiali utilizzati. Un team ha il compito specifico di trovare il giusto equilibrio tra i vari componenti, un altro deve controllare che non vi siano batteri nocivi presenti e un altro, infine, deve garantire la giusta qualità. Prima di immettere sul mercato il prodotto una campionatura di ogni lotto creato viene conservato per qualsiasi evenienza.

È così che infine i prodotti Inkospor giungono, sui vari mercati con la certezza di essere i numeri uno nella qualità, garantita e certificata.

a cura della redazione

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